martedì 11 settembre 2012

Shell Vs GUI...i due volti di Chakra

L'eterno scontro infuria da sempre, contrapposte due entità ben distinte: i professionisti del terminale e gli amanti delle GUI, a breve terreno di confronto potrebbero essere anche i territori di Chakra.



Due righe per descrivere i protagonisti:

Shell testuale

Programma dotato di un'interfaccia a riga di comando, che viene eseguito all'interno di un terminale testuale. L'utente digita un comando, ovvero richiede l'esecuzione di un programma, e il programma eseguito può interagire con l'utente e/o mostrare dati sul terminale.

GUI (Graphical User Interface)

Interfacce grafiche utente, rappresentazione dei dati pensata per essere molto più vicina al modo di percepire il mondo da parte degli esseri umani. Il computer e il suo contenuto non sono più rappresentati da linee di testo, ma da icone e finestre che permettono di fare operazioni complesse con un clic del mouse.

E' oggettivo il fatto che una GUI studiata correttamente, risulti intuitiva, funzionale e gradevole a vedersi. Innegabile che i nuovi esploratori delle terre Gnu/Linux che da sempre hanno navigato nelle “accoglienti” acque di Windows/OSX, prediligano a mani basse la tecnica del punta e clicca anche se purtroppo è la via che meno permette di apprendere i segreti del proprio sistema.

D'altro canto la shell, raccolta nel proprio minimalismo, offre solo ciò che una determinata funzione necessita, senza distrazioni, senza nettare che rallegri la vista.
Ma quella essenzialità che al principio sa di “spietato”, diventa potente alleata, in effetti potente è proprio il termine corretto per descrivere la caratteristica predominante della shell, pochi comandi digitati in un fazzoletto di desktop, per ravvivare un intero sistema come per demolirlo irreparabilmente, mai più vero fu il motto "marveliano": “da grandi poteri discendono grandi responsabilità”.

Anche Chakra non sfugge al confronto, mentre all'orizzonte si affacciano Akabei accompagnato dalla sua GUI Shaman2, c'è chi plaude all'introduzione dell'interfaccia grafica a gestire i pacchetti e chi si chiede se la filosofia KISS continuerà ad essere mantenuta, oppure se a predominare sarà l'ubuntiana concezione di una GUI per ogni compito, come a risparmiare l'utente dal “trauma” del terminale :)

Penso di poter affermare con ragionevole certezza, che la seconda ipotesi sia da scartare dato che Chakra non mira a divenire una elaborata derivata di Arch, ma piuttosto un progetto completamente autonomo che vedrà la sua consacrazione al momento dell'introduzione di Akabei.

La separazione da Arch rappresenta tuttavia anche una libertà nell'interpretazione della filosofia KISS, che già oggi si riflette in alcuni aspetti come l'installatore Tribe ancora non perfetto ma certamente un fiore all'occhiello per la ditribuzione, qualcosa di molto lontano dal metodo di installazione Arch.

Altri compiti come la gestione dei pacchetti saranno facilitati in futuro, rendendo più agevole la manutenzione ai nuovi utenti, il tutto senza snaturare la filosfia di Chakra e soprattutto senza privare l'utente finale della libertà di avvalersi della meravigliosamente minimalista shell testuale.

Mi piace pensare a Chakra non come una distribuzione semplice, ma piuttosto come un mezzo tramite il quale semplicemente imparare, spesso divertendosi, talvolta aiutando altri dando concretezza al concetto di “comunità” tanto caro al mondo Gnu/Linux.
L'estremismo raramente porta benefici, dunque è confortante veder lentamente confluire in Chakra entrambe le parti Shell e GUI per stringere una sorta di alleanza, la prima essenziale ed immediata, ti regala la sensazione di poter agire a qualunque livello sul sistema per tirarlo fuori dalle peggio condizioni, l'altra rassicurante ed intuitiva, pronta per confortare il nuovo utente ed accompagnarlo per mano comunque verso la sempre maggiore consapevolezza, si tratta forse del compromesso più ragionevole.

§ exit

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